“I giocatori devono muoversi in maniera armonica, come se fossero uniti dai fili di una ragnatela.

Non devono sfilacciarsi o allungarsi, ma giocare corti”.

Così disse Mario “Cincinnato” Tiddia,

Nativo di Sarroch, giocò oltre 200 gare con la maglia rossoblù del Cagliari e fu protagonista della prima storica partecipazione in serie A. Ha legato la sua vita professionale, da giocatore e da allenatore, al Cagliari. Sardo doc, cresciuto nel settore giovanile rossoblù, disputò dieci stagioni con la maglia rossoblù, con una piccola parentesi a Olbia agli inizi della sua carriera. Giocò nel Cagliari di Gigi Riva e lasciò il calcio a 32 anni, nel 1968, ad un passo dalla gloria del tricolore del 1970.

Chiusa l’esperienza da calciatore si spalancarono per lui le porte della carriera da allenatore. Nella stagione 1973/74 da vice allenatore di Luigi Radice ottenne una clamorosa salvezza. Nella stagione 1975-76, a campionato in corso, fu chiamato per sostituire Luisito Suarez ma il suo Cagliari scese in Serie B. Identica situazione due anni dopo quando, chiamato a stagione in corso, riportò il Cagliari in A  e lo guidò per altri due anni, ottenendo un nono e un sesto posto.

Guidò Torres e Pescara per poi tornare alla guida del Cagliari nella stagione 1983/84.

Dopo tre anni, nel 1987 i fratelli Orrù  lo chiamarono al posto di Enzo Robotti per cercare di evitare, quella che sarebbe stata, una vergognosa retrocessione in serie C2. Non potendo resistere al grido di aiuto del suo Cagliari, accettò l’incarico e condusse la squadra all’undicesimo posto in classifica e alla salvezza.

Successivamente guidò il La Palma di Cagliari e il Grosseto.

Morì nel 2009 lasciando un ricordo indelebile nel cuore dei tifosi sardi.

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